sabato 10 luglio 2010

Esami di Stato 2009-2010. Un successo!

Analisi del voto agli Esami di Stato
di Roberto Maurizio
Le rondini, tra i raggi del Sole, volano su via del pettirosso durante gli Esami di Stato


Puntuale, il 9 luglio, come un orologio svizzero, è calato il sipario sugli Esami di Stato 2009-2010. I risultati raggiunti dai nostri studenti sono più che soddisfacenti, e non fanno altro che confermare la serietà di questo Istituto che da quasi trent'anni opera sul territorio situato ad Est della capitale: Torre Maura. Quarantaquattro studenti interni e 22 esterni sono riusciti nella loro impresa. Tutti promossi al "Leopardi"! La media totale dei voti raggiunti dagli alunni interni ha toccato il 76,77 su 100. La classe VB Igea corso serale ha realizzato 77,33 punti su 100; la VA Igea, corso antimeridiano, ha raggiunto quota 76,23. Nove alunni della VB hanno superato abbondantemente il punteggio degli 80/100, mentre, addiruttura metà classe della VA, 12 alunni, si è collocata sopra questo straordinario punteggio. Buone anche le performance dei candidati esterni abbinati alle due classi quinte del "Leopardi": rispettivamente, VA esterni, 72,83 su 100, e VB, 72,33 su 100. Il Preside dell'Istituto, Prof. Giuseppe Calzone, si è complimentato con tutti gli studenti ai quali ha inviato le sue congratulazione e gli auguri per un ottimo impiego del diploma conseguito in piena serenità e con estrema professionalità.   

sabato 26 giugno 2010

Sui "banchi" dell'Onu

Visita d’istruzione all’interno degli abissi della povertà


di Roberto Maurizio


L’Ifad e l’Istituto Paritario “Giacomo Leopardi” di Roma: una lezione diversa


Il 16 aprile 2010, quaranta studenti della Terza, Quarta e Quinta A Igea e tre insegnanti dell’Istituto Paritario di Roma “Giacomo Leopardi”sono stati ricevuti da alcuni funzionari del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad, International Fund for Agricolture Development) nel corso di un “viaggio d’istruzione fuori dal comune”: gli alunni hanno partecipato ad una lezione multimediale, una specie di “sessione speciale” del Kennedy Round, o del Cop 15 di Copenhagen, intervenendo con numerose domande e richieste di spiegazioni sull’attività che l’Agenzia delle Nazioni Unite svolge da 33 anni al fianco delle popolazioni rurali più povere del mondo. Il viaggio d’istruzione ha lasciato un segno indelebile negli studenti che si sono sentiti protagonisti per due ore della sorte di miliardi di persone che ancora oggi sono colpiti dalla povertà e dalla fame.


Una sede prestigiosa


Gli studenti e gli insegnanti, partiti in pullman, quasi regolarmente, sono arrivati, quasi puntualmente, in via Paolo di Dono, 44, dove sono stati accolti dal Dott. David Florentin Paqui, Responsabile dei Servizi e delle Relazioni con la Stampa, Supervisore delle Manifestazioni Speciali e Incaricato per le Comunicazioni Esterne dell’Ifad. Davanti agli occhi degli studenti si ergeva con maestosità la struttura del Palazzo che ospita attualmente l’Ifad. La nuova sede dell’Agenzia dell’Onu è stata inaugurata, ufficialmente, dal sindaco Gianni Alemanno, il 17 febbraio 2009. In precedenza la sede dell’Ifad, era situata il via del Serafico, 107. L’edificio, commissionato per la sua riqualificazione all’architetto Gugliemo Pietro Luzietti nel 2002, è costituito da otto piani fuori terra e due piani interrati.


Studenti e insegnanti, dopo aver passato indenni il metal detector, si ritrovano in un ampio spazio, proprio davanti alla sede dell’Ifad. Il Dott. David Florentin Paqui, riunisce il folto gruppo sotto la bandiera delle Nazioni Unite, issata su un alto pennone appena scossa da una leggera brezza. “E’ la prima volta, esordisce Paqui, che l’Ifad accoglie una scolaresca liceale”. Di solito, la nostra Agenzia ospita solo studenti universitari. La calda accoglienza del Responsabile delle Comunicazioni Esterne dell’Ifad agli studenti e agli insegnanti dell’Istituto “Leopardi” di Roma, assume subito dopo un carattere ufficiale.


Paqui, dopo aver ricordato agli studenti di aver varcato il territorio italiano e di trovarsi in un ambiente extraterritoriale, un’enclave nella quale la sovranità appartiene alle Nazioni Unite, spiega con orgoglio il significato della bandiera dell’Onu, che fu adottata il 20 ottobre 1947: “la bandiera è composta dall’emblema ufficiale dell’Onu in bianco su campo blu. Il disegno dell’emblema rappresenta una mappa del mondo in una proiezione azimutale equidistante centrata sul Polo Nord, inscritta in un cercine composto da rami d’ulivo convenzionali incrociati”.

“La proiezione della mappa estende il 40° parallelo Sud ed include quattro cerchi concentrici”. Gli organizzatori della Conferenza delle Nazioni Unite sull'Organizzazione Internazionale del 1945 a San Francisco volevano un simbolo che potesse essere realizzato su una spilletta del diametro di 3 centimetri per identificare i delegati. Il Segretario di Stato Usa, Edward Stettinius Jr, a capo della delegazione statunitense, formò allora un comitato guidato da Oliver Lundquist che sviluppò un disegno composto da una mappa terrestre circondata da foglie, ispirandosi ad un disegno creato da Donald McLaughlin. Il colore blu che compare sullo sfondo del simbolo fu scelto come l'opposto del rosso, il colore della guerra. Il colore originario scelto nel 1945 era un blu tendente al grigio, diverso da quello utilizzato nella versione attuale. La mappa usata nella prima versione della bandiera era una proiezione azimutale centrata sul Polo Nord, con gli Stati Uniti, la nazione che ospitava la conferenza, al centro. Questa proiezione tagliava però parte dell'emisfero meridionale alla latitudine dell'Argentina, cosa accettabile all'epoca, in quanto l'Argentina non era ancora membro delle Nazioni Unite. I rami d'ulivo sono simbolo di pace, mentre la mappa rappresenta tutti i popoli del mondo. Nel 1946 un Comitato dell'Onu si occupò di realizzare un disegno definitivo, che fu presentato il 2 dicembre 1946 ed approvato il 7 dicembre dello stesso anno. A differenza della versione originaria, la mappa fu ruotata di 90° verso est, in modo tale da togliere dal centro l'America settentrionale e consentire l’equidistanza di tutti i continenti.

Il blu Stettinius

Il bianco ed il blu sono quindi i colori ufficiali dell'Onu. Il blu che appare oggi sulla bandiera Onu è un blu fumo che non è presente nelle bandiere di altri Stati membri ed è conosciuto come “blu Stettinius”. Secondo la Convenzione sulla Sicurezza delle Nazioni Unite e Personale Associato, “l'emblema e la bandiera delle Nazioni Unite possono essere usate dal personale Onu nelle missioni di peacekeeping come segno protettivo per prevenire attacchi durante un conflitto armato”, afferma Paqui.

Villaggi sperduti, terreni fragili


Dopo l’omaggio alla bandiera dell’Onu, il gruppo si trasferisce in una delle più prestigiose sale conferenza dell’Ifad dotata di circa 60 postazioni, la Oval Room. Ogni due postazioni sono dotate di un computer e di due microfoni. Come se si trattasse veramente di una Conferenza Internazionale al alto livello, gli studenti, in silenzio e attenti, seguono con interesse la presentazione sui monitor del perché è nata l’Ifad, quali sono le sue competenze, come agisce sul campo della lotta contro la povertà rurale e la fame nel mondo. Il file multimediale viene commentato dal Dott. Paqui. “Villaggi sperduti, terreni fragili, comunità rurali marginalizzate che lottano per la sopravvivenza. Per più di 30 anni l’Ifad ha operato in queste realtà. Il 75% delle persone più povere della Terra risiede nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. Piccoli agricoltori con risorse insufficienti a sostenere le proprie famiglie. Pastori con poca acqua e poco foraggio, pescatori senza mercato per i loro prodotti. Riteniamo che investire in agricoltura contribuirà significativamente a ridurre la povertà, sostenendo uomini e donne rurali e loro organizzazioni e adottando le giuste politiche a livello nazionale e internazionale”.

Ocse, Opec e Pvs, come partner


“L’Ifad, dice Paqui ai ragazzi e alla ragazze, è un’istituzione finanziaria internazionale e un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite. L’Ifad è stato creato per raggiungere un obiettivo centrale al sistema dell’Onu stringere alleanze oltre i confini geografici ed ideologici per unire i popoli nella lotta contro la povertà e la fame. I progetti che finanziamo mirano a sostenere le politiche nazionali e rispondere alle priorità e alle necessità delle diverse comunità rurali. Istituito come un partenariato globale tra i paesi membri dell’Ocse e dell’Opec e altri paesi in via di sviluppo, l’Ifad è attualmente governato da 165 paesi membri, ognuno dei quali è dedito al mandato dell’istituzione. Operiamo direttamente con le popolazioni rurali più emarginate, le loro istituzione e organizzazioni. Dedichiamo molta attenzione alle donne, spesso i soggetti più svantaggiate delle comunità rurali. In molti paesi dove lavoriamo le popolazioni indigene hanno bisogno di un sostegno specifico per tutelare le proprie tradizioni, identità culturali e condizioni di vita.



Migliorare la qualità della vita


Comprendere le ragioni della povertà significa creare le condizioni di cui hanno bisogno i poveri delle varie rurali, al fine di migliorare la loro vita”. “Ifad, continua il relatore, concede prestiti e doni ai paesi in via di sviluppo per finanziare progetti innovativi di sviluppo agricolo e rurali”. “Lavora con i governi nazionali e altre organizzazioni, aiuta uomini e donne rurali ad aver accesso a risorse, competenze e opportunità di cui hanno bisogno per produrre più cibo e aumentare il loro reddito, attività che in altre parti del mondo sono considerate scontate”. “Per realizzare ciò investiamo in sei aree strategiche”. “L’Ifad lavora con le comunità più isolate del mondo, con poche risorse naturali, comunicazioni insufficienti e reti trasporto inadeguate”. “Aumentare il potere decisionale dei poveri nelle politiche che influenzano la loro vita è un primo passo essenziale per eliminare la povertà”, sostiene Paqui. “Uno degli obiettivi prioritari dell’Ifad è la creazione e il rafforzamento delle istituzioni comunitarie e le organizzazioni degli agricoltori e aiutarli ad innalzare il livello di attenzione globale per i loro problemi. La nostra forza risiede nella collaborazione con altre agenzie dell’Onu, con le istituzioni finanziarie internazionali e altre organizzazioni”. “Periodicamente, continua, raccogliamo dai paesi membri i fondi per finanziare i nostri progetti.


Piccoli prestiti a tassi ridotti


La maggior parte dei nostri finanziamenti viene erogata ai Pvs a condizioni estremamente vantaggiose con costi di gestione molto ridotti e scadenze fino a 40 anni. Inoltre assicuriamo doni per promuovere la ricerca agraria e sostenere organizzazioni comunitarie e Ong che promuovono lo sviluppo delle popolazioni rurali povere. Le piccole imprese sono un motore di sviluppo economico nelle aree più depresse, ma solo in poche accedono ai finanziamenti delle banche tradizionali. Questo è il motivo per cui l’Ifad è uno dei maggiori erogatori di prestiti come strumento della riduzione della povertà rurale”. “Nonostante i risultati raggiunti, la povertà continua a crescere. Oggi il cambiamento climatico, insieme alla forte oscillazione dei prezzi e al costo elevato dell’energia e la crisi economica globale contribuiscono ad aumentare le difficoltà che affrontano ogni giorno i poveri delle zone rurali.

Le sfide dell’Ifad


Rafforzare la capacità delle comunità rurali per far fronte a queste sfide rappresenta un beneficio per tutti. I piccoli agricoltori sono potenzialmente in grado di produrre maggiore quantità di cibo per nutrire il mondo, contribuire alla diminuzione dei gas serra per rallentare l’impatto del cambiamento climatico e fornire maggiori quantità di energie rinnovabili. Riteniamo che i governi, i piccoli agricoltori con le loro organizzazioni e altri partner impegnati nello sviluppo devono collaborare per trasformare le economie rurali e creare opportunità che generino miglioramenti duraturi. Aiutarli in questo compito è la sfida dell’Ifad.”


Mozambico, un paese amico


Così, termina la lezione multimediale del Dott. Paqui che, senza soluzione di continuità presenta agli alunni il secondo relatore della giornata, il Dott. Alessandro Marini, esperto del “Country Program Proget” e Responsabile dei Progetti Ifad in Mozambico. Il Dott. Marini, uno dei giovani esperti italiani che lavora nell’Ifad, presenta agli alunni il paese africano di cui lui è direttamente responsabile di alcuni progetti, uno in particolare il settore della pesca artigianale. Il Mozambico, come è noto, è uno Stato dell'Africa Orientale. Ha una popolazione di 19.104.696 abitanti e una superficie di 801.590 km2. La capitale è Maputo. Confina al nord con la Tanzania, il Malawi e lo Zambia, a est con il Canale di Mozambico (che lo divide dal Madagascar) a sud con il Sudafrica e a ovest con lo Zimbabwe e lo Swaziland. Circa la metà della popolazione vive in povertà assoluta. I primi abitanti del Mozambico furono probabilmente i San (boscimani), soppiantati fra il I e il IV secolo da popolazioni bantu provenienti da nord. Il Mozambico è sempre stato al centro dell’attenzione dell’Ifad che è presente con numerosi progetti e programmi soprattutto rivolti alle zone rurali.


2.400 chilometri di costa


Il Paese è diviso in due macro aree morfologicamente distinte: a Nord la regione degli altopiani, alti in media 600 metri, tagliati longitudinalmente dalla Rift Valley; qui vi si trovano anche massicci isolati, come il Monte Namuli (2419 m s.l.m.). La parte meridionale del paese è in maggioranza pianeggiante e solcata da numerosi fiumi, tra cui lo Zambesi. La costa, estesa per oltre 2400 km, è in gran parte costituita da pianure alluvionali, che in alcuni punti volgono a palude procedendo verso l'interno. Nella parte settentrionale del paese, al confine con il Malawi, si trova il lago Niassa che confluisce nel fiume Shire, un affluente dello Zambesi. I fiumi del Mozambico hanno un andamento da occidente, dove si trovano gli altipiani, ad oriente, verso l'oceano Indiano ed il canale di Mozambico. Il più lungo è lo Zambesi che scorre al centro del paese, il Limpopo, non distante dal confine con il Sud Africa, il Rovuma che invece corre lungo il confine con la Tanzania e il Save. Il clima del Mozambico è di tipo tropicale. Le maggiori temperature si hanno in gennaio, quando la media registrata va dai 27 °C della costa ai 21 °C delle zone interne più alte. La stagione che registra le minori precipitazioni va da aprile ad ottobre. La popolazione del Mozambico ha superato nel 2007 i 20 milioni di abitanti, attestandosi intorno ai 21 milioni.


La pesca e l’Ifad


Nel 2005 oltre il 60% di questi vivevano nelle zone rurali, mentre il restante 40% si era ormai urbanizzato. Il tasso di crescita della popolazione si attesta intorno all'1,8% annuo, mentre la speranza di vita media è di 41 anni tra la popolazione maschile e di 40 anni tra quella femminile. La lingua ufficiale del paese è il portoghese, che ha rappresentato la lingua franca di un paese dove nessun ceppo linguistico aveva il sopravvento sugli altri. Molto diffuse sono comunque le lingue bantu e lo swahili. In questo paradiso nascosto opera l’Ifad con i suoi progetti che riescono a trasformare una canoa in una barca, che riescono a stare vicino alla popolazione rivierasca. Le reti ancora fatte a mano dai pescatori portano, ogni giorno, cibo necessario ma non sufficiente per tanti bambini e tante famiglie. L’Oceano Indiano è una risorsa interminabile di cibo e ricchezza che aspetta solo di essere utilizzata per la crescita e lo sviluppo di una popolazione tanto giovane e tanto desiderosa di poter realizzare i propri sogni: una vita degna di essere chiamata tale. Il Dott. Marini espone agli studenti un progetto Ifad a favore dei pescatori mozambicani. La nitidezza delle immagini, che portano in primo piano canoe costruite con i fondi e con l’assistenza dell’Ifad, sono di un impatto struggente. La comunità lavora per far arrivare il pesce anche nell’entroterra del Mozambico. Dove c’è cibo e acqua c’è vita. Il Dott. Marini spiega come il “progresso” stia lentamente entrando anche nelle povere case mozambicane. Le canoe utilizzano ora un motore che fa aumentare di molto la resa. C’è tanta ancora strada da percorrere, afferma Marini, ma l’Ifad è impegnata “in prima persona” a dare il suo contributo affinché si arrivi presto ad una soluzione ottimale per queste popolazioni che hanno sempre più bisogno di operare per il benessere di tutta la collettività.


L’Africa del Nord e il Vicino Oriente: Taysir Al-Ghanem


L’ultimo intervento multimediale è stato presentato da Taysir Al-Ghanem, Responsabile dell’Ifad del Near East and North Africa (Nena) Division. Una persona che ha dedicato tutta la sua vita al Medio Oriente e all’Africa del Nord. Un’analisi dettagliata sui progetti dell’Ifad in un’area strategica per la geopolitica mondiale e per lo sviluppo delle relazioni tra i popoli. Il Dott- Al-Ghanem ha spiegato come i progetti Ifad in questa aerea siano prioritari all’interno dell’organizzazione finanziaria dell’Onu. La sua Divisione, Nena è fondamentale per le politiche complessive di tutto il sistema delle Nazioni Unite. Al-Ghanen si è soffermato soprattutto sui cambiamenti climatici che affliggono, attualmente, soprattutto i paesi di sua competenza


Le domande degli studenti


Sono state molte e dettagliate le domande che gli studenti hanno rivolto ai funzionari dell’Ifad. Tra le tante, menzioniamo alcune che hanno toccato i seguenti temi: il ruolo dell’Agenzia nel raggiungimento dei Millennium Goals; i rapporti con gli organismi non governativi; la differenza tra prestito e dono; l’importanza dell’Italia nell’Onu; la desertificazione nel Nord Africa e nel Medio Oriente; la differenza tra Ifad e Fao; il microcredito e i microimprenditori; il peso della Cina nell’Agenzia e la mancanza della Russia tra i paesi membri.


Il viaggio nella giungla

Il dettagliato programma proposto dall’Ifad alla visita d’istruzione degli alunni dell’Istituto Paritario “Giacomo Leopardi” di Roma, prevedeva un breve filmato sulla giungla. Solo cinque minuti per raccontare l’immensità della giungla, cioè quelle foreste geograficamente localizzate tra i due tropici che costituiscono l’habitat terrestre con la massima biodiversità. Un mondo lontano da Roma quello della giungla che dovrebbe però spingere l’umanità a riconquistare i suoi colori: il verde scuro delle foreste, il celeste chiaro del cielo, il blu degli oceani, il marrone delle terre emerse e il bianco della solidarietà e della cooperazione internazionale.


Il commiato

Prima della fine di questa indimenticabile esperienza, gli alunni continuano a fare altre domande ai funzionari dell’Ifad. Poco dopo le ore 12.00, i ragazzi, visibilmente soddisfatti salutano gli oratori e si accingono a risalire sul pullman. Il Dott. Paqui ringrazia gli studenti per la loro attenzione dimostrata durante tutta la “lezione”, saluta le insegnanti accompagnatrici, Adriana Bucaioni (Italiano), Giulia Amoruso (Diritto) e incarica il sottoscritto di portare i suoi saluti e quelli del Presidente dell’Ifad, Kanayo F. Nwanze, al Preside dell’Istituto Paritario “Giacomo Leopardi”, Prof. Giuseppe Calzone.


Le foto della visita scolastica del "Giacomo Leopardi" all'Ifad sono sul sito http://www.istitutogiacomoleopardi.it/

lunedì 29 marzo 2010

Ifad. Contro la povertà e la fame

Ifad. Contro la povertà e la fame
di Roberto Maurizio


Sviluppo agricolo, cooperazione e solidarietà
Più di 3/4 dell'oltre un miliardo di persone estremamente povere nel mondo vivono nelle aree rurali e, per la loro sopravvivenza, dipendono dall'agricoltura e da attività ad essa correlate. Investire in agricoltura e nello sviluppo rurale significa non solo aumentare la qualità della vita delle donne, bambini e uomini poveri delle aree rurali, ma anche stimolare la crescita economica di intere regioni. Questa è la “filosofia” attraverso cui si muove un organismo internazionale, non a caso nato a Roma, nella Città Eterna dalla quale si irraggiano i segni perpetui della cooperazione e della solidarietà internazionale, soprattutto verso i più poveri.


Programmazione dello sviluppo e assistenza tecnica e finanziaria
Il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo, l’International Fund for Agricultural Development (Ifad), è un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che fa capo all’Ecosococ (Economic and Social Council). Il Consiglio economico e sociale compiere o promuovere studi o relazioni su questioni internazionali economiche, sociali, culturali, educative, sanitarie e simili, e può presentare Raccomandazioni riguardo a tali questioni all’Assemblea Generale, ai Membri delle Nazioni Unite, ed agli istituti specializzati interessati. L’Ecosoc è composto da 54 membri nominati per tre anni ed è l'Organo consultivo e di coordinamento dell'attività economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni ad esse collegate. Tra i suoi compiti citiamo: programmare lo sviluppo economico e l'assistenza tecnica e finanziaria ai paesi meno sviluppati; promuovere studi o relazioni su questioni economiche, sociali, culturali e sanitarie. Il Consiglio economico e sociale opera mediante molteplici commissioni funzionali e quattro commissioni economiche: per l'Europa (Ece), l'Asia e l’Estremo Oriente (Ecafe), l'America Latina (Ecla) e l'Africa (Eca).


Contro la povertà rurale
L'Agenzia specializzata Ifad è stata Istituita per decisione della Conferenza Mondiale sull'Alimentazione del 1974, come Agenzia specializzata delle Nazioni Unite. L’Ifad ha un mandato preciso, unico fra tutte le Istituzioni finanziarie internazionali: combattere la fame e la povertà rurale nei paesi a basso reddito e con deficit alimentare. L'Ifad vuole incrementare la produzione alimentare, elevare il reddito, migliorare le condizioni igieniche, i livelli nutrizionali e di istruzione e porre le basi di un benessere duraturo e sostenibile per tutte queste popolazioni che ancora oggi vivono al di sotto degli standard minimi di sussistenza. L’Ifad è un “Partenariato” unico nel suo genere, composto da 165 paesi (2009) di cui solo 23 ono paesi sviluppati, tra membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e altri paesi in via di sviluppo. L’Ifad, che ha sede a Roma in via Paolo di Dono 44, tel (+39) 0654491, e-mail ifad@ifad.org, sito ufficiale www.ifad.org, insieme alla Fao (Food and Agricolture Organization, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) e al Wfp (World Food Programme, Programma alimentare mondiale – Pam -) costituisce il “Polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura”. Le risorse finanziarie dell’Ifad derivano dai contributi versati dagli Stati membri attraverso ricostituzioni (replenishments) periodiche, ma anche attraverso il rimborso di prestiti e o da redditi da investimento. In conformità con il proprio mandato, l’Ifad fornisce risorse finanziarie ai paesi beneficiari attraverso l’erogazione di prestiti a condizioni molto agevolate, mentre il finanziamento dei progetti di sviluppo è coperto in parte attraverso i contributi dei donatori bilaterali e o multilaterali ed in parte attraverso le risorse provenienti dagli stessi paesi beneficiari. Le aree principali in cui si sono concentrati i programmi dell’Ifad sono: accesso ai mercati ed alle risorse produttive; infrastrutture e gestione delle risorse idriche; servizi finanziari destinati a piccole imprese e sviluppo rurale sostenibile.


Uscire dalla povertà
L'Ifad, dal 1978 ad oggi, ha finanziato più di 700 progetti e programmi in 119 paesi e territori per un ammontare complessivo di circa 11 miliardi di dollari a tassi agevolati e donazioni ai paesi in via di sviluppo, mettendo circa 340 milioni di persone in condizione di uscire dalla povertà. Ma l'impegno lanciato dai Millennium Development Goals, che ha posto la riduzione della povertà in cima agli obiettivi da raggiungere al più presto, vedrà l'Ifad e le sue strutture ancora più impegnate nei prossimi dieci anni. Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle attività, negli ultimi anni l’Africa Sub-Sahariana ha ottenuto la maggior parte dei finanziamenti Ifad, seguita dall’area dell’Asia e del Pacifico, l’America Latina ed i Caraibi, mentre il Medio Oriente ed il Nord Africa hanno ricevuto una quota di prestiti pari al 10%. Tra i 165 stati membri dell'Ifad, l'Italia occupa l'ottavo posto per contributi finanziari erogati all'agenzia. Durante la più recente ricostituzione delle risorse dell'Ifad, l'Italia è stata seconda solo agli Stati Uniti d'America per il contributo che si è impegnata ad erogare. L'Italia, uno dei 192 paesi che ha adottato la Dichiarazione del Millennio del 2000, convinta sostenitrice dell’Accordo di Monterrey del 2002, si è impegnata a mobilitare risorse finanziarie e ad ottimizzarne l'uso per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.


Nwanze, tre continenti e ricerca





Il quinto Presidente dell’Ifad è Kanayo F. Nwanze che ha assunto la carica il 1° aprile 2009. Nigeriano, Nwanze ha una profonda comprensione delle complesse realtà legate allo sviluppo. Porta all’Ifad un’esperienza trentennale, guadagnata lavorando in tre continenti diversi, nel campo della riduzione della povertà attraverso l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la ricerca. Nei dieci anni in cui è stato direttore generale del Centro Africano per il Riso (Warda), Kanayo F. Nwanze ha avuto un ruolo fondamentale nell’introduzione e nella promozione del Nuovo Riso per l’Africa (Nerica), una varietà di riso molto produttiva e particolarmente resistente alle siccità e ai pesticidi, concepita appositamente per essere coltivata sui terreni africani. Egli ha trasformato il Warda da un‘associazione il cui raggio d’azione era limitato ai paesi dell’Africa occidentale ad un’organizzazione con fama internazionale di eccellenza operante su tutto il territorio africano, aumentando le risorse umane, economiche e finanziarie del Centro. In precedenza, ha anche ricoperto incarichi di rilievo in diversi centri di ricerca affiliati con il Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale (Cgiar), all’interno del quale ha promosso lo sviluppo di partenariati tra il settore pubblico e quello privato. Prima di assumere la guida dell’Ifad, Kanayo F. Nwanze è stato per due anni vicepresidente del Fondo. In quel periodo ha promosso, curandone l’attuazione, l’introduzione di processi fondamentali che hanno migliorato la qualità delle operazioni dell’Ifad nei paesi in via di sviluppo. Laureato in scienze agrarie presso l’università di Ibadan, Nigeria, nel 1971, Kanayo F. Nwanze nel 1975 ha ottenuto un dottorato in entomologia agraria dalla Kansas State University, Stati Uniti. Autore di numerose pubblicazioni, Kanayo F. Nwanze è membro di molte associazioni scientifiche e ha fatto parte del consiglio di amministrazione di varie istituzioni. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.

giovedì 18 marzo 2010

Ifad e i poveri

Ifad, un'Agenzia per i poveri
di Roberto Maurizio



Sviluppo agricolo, cooperazione e solidarietà

Più di 3/4 dell'oltre un miliardo di persone estremamente povere nel mondo vivono nelle aree rurali e, per la loro sopravvivenza, dipendono dall'agricoltura e da attività ad essa correlate.




Questa è una pagina storica. Il primo articolo pubblicato in Italia sulla nascita dell'Ifad. Era il 1978 ed è Trecentossesantagradi, la rubrica a cura di Roberto Maurizio, a dare l'annuncio ufficiale della nascita dell'Organismo internazionale più importante nato subito dopo la crisi petrolifera dell'inizio degli anni '70. "Politica Internazionale" è il primo giornale che parla per la prima volta in Italia della nascita del Fisa (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo). Un momento storico a cui non è stato dato il risalto che meritava. L'incontro fra i paesi Opec e i quelli dell'Ocse, maturato all'interno dell'Ifad, forse, poteva evitare la contrapposizione fra Ovest e Paesi Arabi. Il clima disteso nell'Ifad non è mai mutato, dal 1977 ad oggi. L'Ifad è l'organismo a cui rivolgersi per potere ottenere una risposta plausibile per i paesi meno sviluppati, per poter ottenere un benessere immediato delle popolazioni povere del mondo. L'Ifad è l'Agenzia delle Nazioni Unite dalla quale poter avere un futuro benessere del mondo, a cominciare da subito.



Investire in agricoltura e nello sviluppo rurale significa non solo aumentare la qualità della vita delle donne, bambini e uomini poveri delle aree rurali, ma anche stimolare la crescita economica di intere regioni. Questa è la “filosofia” attraverso cui si muove un organismo internazionale, non a caso nato a Roma, nella Città Eterna dalla quale si irraggiano i segni perpetui della cooperazione e della solidarietà internazionale, soprattutto verso i più poveri.

Programmazione dello sviluppo e assistenza tecnica e finanziaria

Il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo, l’International Fund for Agricultural Development (Ifad), è un’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che fa capo all’Ecosococ (Economic and Social Council). Il Consiglio economico e sociale compiere o promuovere studi o relazioni su questioni internazionali economiche, sociali, culturali, educative, sanitarie e simili, e può presentare Raccomandazioni riguardo a tali questioni all’Assemblea Generale, ai Membri delle Nazioni Unite, ed agli istituti specializzati interessati. L’Ecosoc è composto da 54 membri nominati per tre anni ed è l'Organo consultivo e di coordinamento dell'attività economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni ad esse collegate. Tra i suoi compiti citiamo: programmare lo sviluppo economico e l'assistenza tecnica e finanziaria ai paesi meno sviluppati; promuovere studi o relazioni su questioni economiche, sociali, culturali e sanitarie. Il Consiglio economico e sociale opera mediante molteplici commissioni funzionali e quattro commissioni economiche: per l'Europa (Ece), l'Asia e l’Estremo Oriente (Ecafe), l'America Latina (Ecla) e l'Africa (Eca).

Contro la povertà rurale

L'Agenzia specializzata Ifad è stata Istituita per decisione della Conferenza Mondiale sull'Alimentazione del 1974, come Agenzia specializzata delle Nazioni Unite. L’Ifad ha un mandato preciso, unico fra tutte le Istituzioni finanziarie internazionali: combattere la fame e la povertà rurale nei paesi a basso reddito e con deficit alimentare. L'Ifad vuole incrementare la produzione alimentare, elevare il reddito, migliorare le condizioni igieniche, i livelli nutrizionali e di istruzione e porre le basi di un benessere duraturo e sostenibile per tutte queste popolazioni che ancora oggi vivono al di sotto degli standard minimi di sussistenza. L’Ifad è un “Partenariato” unico nel suo genere, composto da 165 paesi (2009) di cui solo 23 ono paesi sviluppati, tra membri dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec), dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e altri paesi in via di sviluppo. L’Ifad, che ha sede a Roma in via Paolo di Dono 44, tel (+39) 0654491, e-mail ifad@ifad.org, sito ufficiale www.ifad.org, insieme alla Fao (Food and Agricolture Organization, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) e al Wfp (World Food Programme, Programma alimentare mondiale – Pam -) costituisce il “Polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura”. Le risorse finanziarie dell’Ifad derivano dai contributi versati dagli Stati membri attraverso ricostituzioni (replenishments) periodiche, ma anche attraverso il rimborso di prestiti e o da redditi da investimento. In conformità con il proprio mandato, l’Ifad fornisce risorse finanziarie ai paesi beneficiari attraverso l’erogazione di prestiti a condizioni molto agevolate, mentre il finanziamento dei progetti di sviluppo è coperto in parte attraverso i contributi dei donatori bilaterali e o multilaterali ed in parte attraverso le risorse provenienti dagli stessi paesi beneficiari. Le aree principali in cui si sono concentrati i programmi dell’Ifad sono: accesso ai mercati ed alle risorse produttive; infrastrutture e gestione delle risorse idriche; servizi finanziari destinati a piccole imprese e sviluppo rurale sostenibile.

Uscire dalla povertà

L'Ifad, dal 1978 ad oggi, ha finanziato più di 700 progetti e programmi in 119 paesi e territori per un ammontare complessivo di circa 11 miliardi di dollari a tassi agevolati e donazioni ai paesi in via di sviluppo, mettendo circa 340 milioni di persone in condizione di uscire dalla povertà. Ma l'impegno lanciato dai Millennium Development Goals, che ha posto la riduzione della povertà in cima agli obiettivi da raggiungere al più presto, vedrà l'Ifad e le sue strutture ancora più impegnate nei prossimi dieci anni. Per quanto riguarda la distribuzione geografica delle attività, negli ultimi anni l’Africa Sub-Sahariana ha ottenuto la maggior parte dei finanziamenti Ifad, seguita dall’area dell’Asia e del Pacifico, l’America Latina ed i Caraibi, mentre il Medio Oriente ed il Nord Africa hanno ricevuto una quota di prestiti pari al 10%.

Obiettivi di sviluppo del Millennio, l’Ifad e l’Italia

Gli “Obiettivi di sviluppo del Millenio”, da raggiungere entro il 2015 sono: 1. Sradicare la povertà estrema e fame; 2. Garantire l’educazione primaria universale; 3. Promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne; 4. Ridurre la mortalità infantile; 5. Migliorare la salute materna; 6. Combattere l’Hiv/Aids, la malaria e le altre malattie; 7. Garantire la sostenibilità ambientale; 8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo. Per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio, cioè quello di dimezzare la percentuale di persone che vivono in condizioni di estrema povertà e che soffrono la fame entro il 2015, occorre soprattutto la consapevolezza della comunità internazionale di essere di fronte ad una tragica situazione che vede la mortalità infantile crescere nei paesi estremamente poveri, che vede una folla di bambini senza istruzione e senza poter avere un futuro. Fare Futuro è uno slogan sgangherato e senza senso se non tiene in considerazione le condizioni di milioni di essere umani abbandonati dalla solidarietà e dalla cooperazione internazionale. Fare Futuro è un pessimo slogan che ci perseguita da perlomeno 36 anni, dal 1974, dalla Conferenza mondiale Fao sull’alimentazione. Fare futuro è lo slogan più subdolo inventato per non fare nulla nell’immediato. Gli obiettivi sul futuro nascono dal presente e dal passato.


Fare subito e in fretta


Lo slogan da adottare è “Fare subito e in fretta”. Quando parliamo della “strage degli innocenti” del Terzo, Quarto, Nessun Mondo, non stiamo parlando di qualcosa che avverrà nel 2015. E’ una “strage perpetua” che si ripete da anni ed anni. Cosa dobbiamo aspettare per intervenire? Bertolaso, una volta era in “carica” alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo italiana. Ha fatto la sua fortuna e ha ottenuto vantaggi (viaggi, aiuti di emergenza, presenza in prima persona in zone difficili dell’allora Terzo mondo) utilizzando i soldi della nostra cooperazione. Dopo Mani Pulite, complice l’estrema visione della pulizia etnica da fare contro i “farabutti” accusati di rubare sui poveri, Bertolaso è stato “assoldato” alle emergenze italiane. Dateci un altro Bertolaso per i poveri bambini abbandonati e affamati. La cooperazione italiana allo sviluppo è crollata dal 1989 in poi. Dallo 0,34% per Pil allo 0,08%, la stessa percentuale degli anni ‘70. Si è tornato al Multilateralismo degli aiuti, quello più becero, quello meno evidente. Quattro soldi dati alle Nazioni Unite, alla Fao, all’Ifad, contro due soldi dati alla cooperazione bilaterale, quella dove potevamo mettere la nostra bandiera con i nostri soldi direttamente, aspettando un ritorno di immagine: quella dell’italiano che collabora, quello che vuole “risolvere” i problemi che per anni avevano visto la nostra gente nelle stesse condizioni: povertà, mortalità infantile elevata, fame, agricoltura allo sbando, miseria, ignoranza. In un periodo di crisi, come quello che stiamo attraversando, è difficile perorare la causa dell’aumento della cooperazione bilaterale. Ma, dal 1994 in poi, il “menefreghismo” di due partiti contrapposti ma uniti contro l’Aiuto pubblico allo sviluppo, hanno di nuovo riportato l’Italia come fanalino di coda dei paesi del Dac. Meno male che c’è l’Ifad. Una “creatura” voluta dal nostro paese che merita di essere appoggiata. Un’Istituzione internazionale diversa da tutte le altre: piccola, agile, scattante, pronta ad intervenire senza troppi clamori. Un’Istituzione internazionale che fa onore a se stessa e all’Italia che la ospita.


Fare presente

Tra i 165 stati membri dell'Ifad, l'Italia occupa l'ottavo posto per contributi finanziari erogati all'agenzia. Durante la più recente ricostituzione delle risorse dell'Ifad, l'Italia è stata seconda solo agli Stati Uniti d'America per il contributo che si è impegnata ad erogare. L'Italia, uno dei 191 paesi che ha adottato la Dichiarazione del Millennio del 2000, convinta sostenitrice dell’Accordo di Monterrey del 2002, si è impegnata a mobilitare risorse finanziarie e ad ottimizzarne l'uso per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Solo che questa strategia resta confinata nell’aiuto Multilaterale, giusto, ma insufficienza per mostrare la “vitalità” italiana nei confronti della povertà nel mondo. La sicurezza alimentare e la riduzione della povertà rurale dovrebbero essere priorità della cooperazione italiana allo sviluppo. L’Italia svolge questa azione solo attraverso il Multilaterale. Un maggiore impegno dell'Italia verso questi obiettivi dovrebbe derivare dalla sua tradizione agricola e dal supporto che essa ha dato nel corso della storia allo sviluppo delle proprie aree rurali. L'Italia dovrebbe cercare una maggiore armonizzazione della politica di cooperazione allo sviluppo. Nella Dichiarazione di Roma del 2003, ha messo in evidenza l'importanza dell’armonizzazione al fine di rendere efficaci gli aiuti, ma è rimasta al palo. Solo grazie ai contributi dati alle entità internazionali, Nazioni Unite e Unione Europea, l’Italia non riesce a sprofondare nell’ignominia di un paese “egoista”, lavandosi le mani sul Bilaterale e facendo fare la parte del leone al Multilaterale che rappresenta i due terzi dell’Aiuto pubblico allo sviluppo italiano. L’Italia, comunque, è tra i primi 10 paesi donatori del sistema delle Nazioni Unite.

Nwanze, tre continenti e ricerca

Il quinto Presidente dell’Ifad è Kanayo F. Nwanze che ha assunto la carica il 1° aprile 2009. Nigeriano, Nwanze ha una profonda comprensione delle complesse realtà legate allo sviluppo. Porta all’Ifad un’esperienza trentennale, guadagnata lavorando in tre continenti diversi, nel campo della riduzione della povertà attraverso l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la ricerca. Nei dieci anni in cui è stato direttore generale del Centro Africano per il Riso (Warda), Kanayo F. Nwanze ha avuto un ruolo fondamentale nell’introduzione e nella promozione del Nuovo Riso per l’Africa (Nerica), una varietà di riso molto produttiva e particolarmente resistente alle siccità e ai pesticidi, concepita appositamente per essere coltivata sui terreni africani. Egli ha trasformato il Warda da un‘associazione il cui raggio d’azione era limitato ai paesi dell’Africa occidentale ad un’organizzazione con fama internazionale di eccellenza operante su tutto il territorio africano, aumentando le risorse umane, economiche e finanziarie del Centro. In precedenza, ha anche ricoperto incarichi di rilievo in diversi centri di ricerca affiliati con il Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale (Cgiar), all’interno del quale ha promosso lo sviluppo di partenariati tra il settore pubblico e quello privato. Prima di assumere la guida dell’Ifad, Kanayo F. Nwanze è stato per due anni vicepresidente del Fondo. In quel periodo ha promosso, curandone l’attuazione, l’introduzione di processi fondamentali che hanno migliorato la qualità delle operazioni dell’Ifad nei paesi in via di sviluppo. Laureato in scienze agrarie presso l’università di Ibadan, Nigeria, nel 1971, Kanayo F. Nwanze nel 1975 ha ottenuto un dottorato in entomologia agraria dalla Kansas State University, Stati Uniti. Autore di numerose pubblicazioni, Kanayo F. Nwanze è membro di molte associazioni scientifiche e ha fatto parte del consiglio di amministrazione di varie istituzioni. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.

L'Organizzazione mondiale della sanità

Organizzazione mondiale della sanità nel Terzo millennio
di Roberto Maurizio


La sanità e i Goals

Il ruolo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel raggiungimento degli obiettivi del Terzo Millennio, non è solo una condizione necessaria e sufficiente, ma è oltremodo indispensabile. Gli “Otto punti” da realizzare entro il 2015 per la costruzione di un mondo più sicuro, più prospero e più equo per tutti, vedono impegnati tutti gli organismi, le agenzie, i fondi dell’Onu. L’Oms è chiamata direttamente o indirettamente a contribuire a risolvere quasi tutti gli “Otto punti” della “Dichiarazione del Millennio” (Millennium Development Goals-Mdg), approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’8 settembre 2000, al Palazzo di vetro di New York, con la risoluzione con la Risoluzione A/55/2. L’Onu, infatti, pone al centro dei problemi mondiali, direttamente o indirettamente, gli aspetti sanitari, del benessere fisico, mentale e sociale. Il Primo punto della Dichiarazione del Millennio (Lotta alla povertà e alla fame), chiama l’Oms ad intervenire sull’alimentazione e sull’uso dell’acqua potabile. Il Secondo (Educazione di base universale) sarà un elemento in cui l’Oms interverrà per sostenere la lotta contro l’analfabetismo. Infatti, l’uso controllato e oculato di medicinale è strettamente collegato alla lettura delle spiegazioni presente in tutti i medicinali. L’eliminazione delle disparità tra i sessi, Terzo punto della Dichiarazione, è importante per controllare, abbattere ed annientare la mortalità infantile, che rappresenta anche il Quarto punto del Mdg. L’Ottavo punto vede l’Oms come interlocutore per il raggiungimento del partenariato globale per lo sviluppo. I punti sui quali l’Oms è chiamata in prima persona a rispondere di un eventuale fallimento della Dichiarazione del Millennio sono, oltre al Quarto, il Quinto (miglioramento della salute materna), il Sesto (lotta contro l’Aids e altre malattie infettive) e il Settimo (protezione dell’ambiente). Questi punti strategici i vitali del Mdg mettono a dura prova un organismo internazionale, spesso chiamato a risolvere problemi più contingenti e immediati, come, ad esempio le pandemie. L’Oms deve sostenere il suo massimo impegno per raggiungere il Quinto punto, riduzione di tre quarti, fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna e raggiungere, entro il 2015, l’accesso universale di salute riproduttiva. L’Organizzazione mondiale della sanità deve esprimere al massimo le sue competenze, già espresse negli anni scorsi, per arrestare, entro il 2015 (Punto sesto), invertendo la tendenza, la diffusione dell’Hiv/Aids e raggiungere nella stessa data l’accesso universale alle cure contro questa terribile malattia che provoca ancora milioni di morti soprattutto in Africa Subsahariana. Sempre nel Sesto punto, l’Oms deve incidere sull’eradicazione della malaria e di altre malattie mortali nei paesi meno avanzati. Infine, per il Settimo punto, l’Oms è chiamato ad integrare i principi dello sviluppo sostenibile all’interno di politiche e dei programmi dei paese e invertire la tendenza alla perdita di risorse ambientali, facendo in modo di ridurre la perdita della biodiversità entro il 2010 (anno Onu della Biodiversità). Un ruolo importante deve svolgere l’Oms per far dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone che non ha accesso all’acqua potabile e agli impianti igienici di base, ed entro il 2020, raggiungere un significativo miglioramento delle condizioni di vita di almeno 100 milioni di abitanti delle baraccopoli.

Funzioni e obiettivi

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms, o World Health Organization, WHO in inglese), agenzia specializzata dell'Onu per la salute che fa capo all’Ecosoc (Consiglio economico e sociale), è stata fondata il 7 aprile 1948, con sede a Ginevra. L’attuale Direttore generale è Margaret Chan Fung Fu-chun. L'obiettivo dell'Oms, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità. Al momento della sua fondazione, la costituzione dell'organizzazione fu ratificata da 26 Stati. L'Oms è governata attualmente da 193 Stati membri attraverso l'Assemblea mondiale della sanità (Wha), convocata annualmente in sessioni ordinarie nel mese di maggio. Questa è composta da rappresentanti degli Stati membri, scelti fra i rappresentanti dell'amministrazione sanitaria di ciascun paese (ministeri della sanità). Le principali funzioni dell'Assemblea consistono nell'approvazione del programma dell'organizzazione e del bilancio preventivo per il biennio successivo, e nelle decisioni riguardanti le principali questioni politiche. L’Oms è un soggetto di diritto internazionale vincolato, come tale, da tutti gli obblighi imposti nei suoi confronti da norme generali consuetudinarie, dal suo atto istitutivo o dagli accordi internazionali di cui è parte. La giurisprudenza internazionale ha precisato che esiste, a carico degli stati, un “obbligo di cooperare in buona fede per favorire il perseguimento degli scopi e degli obiettivi dell'Organizzazione espressi nella sua costituzione”.

Il caso Taiwan

Caso singolare la Repubblica di Cina (Taiwan) è uno dei membri fondatori dell'Oms, ma fu costretta ad andarsene dopo che, nel 1972, la Repubblica Popolare Cinese (Cina) è stata ammessa all’Onu e Taiwan l’ha lasciato. Dal 1997 Taiwan fa richiesta ogni anno per essere ammessa, ma gli è sempre negata perché Taiwan risulta rappresentata dalla Repubblica Popolare Cinese. Ma a causa dei rapporti fra i due territori, a dottori ed ospedali di Taiwan è negato l'accesso ad informazioni dell'Oms ed i giornalisti di questo paese non possono partecipare alle attività dell'Oms.

Uffici regionali dell'Oms

L'Oms suddivide il mondo in sei strutture organizzative regionali, ognuna facente capo ad un proprio Comitato Regionale. Le regioni sono:
• Europa (EURO), con sede a Copenhagen in Danimarca ed, oltre all'intero continente, comprende anche la Russia;
• Africa (AFRO), con sede a Brazzaville nella Repubblica del Congo;
• Mediterraneo orientale (EMRO), con sede al Cairo in Egitto;
• Sud-est asiatico (SEARO), con sede a Nuova Delhi in India;
• Americhe (AMRO), con sede a Washington, D.C. in USA;
• Pacifico occidentale (WPRO), con sede a Manila nelle Filippine.

Stati d'allerta Oms

Le fasi di allarme per i pericoli di panemia utilizzate dall'OMS sono le seguenti:
• Fase 1: nessuno dei virus che normalmente circola fra gli animali è causa di infezione per l'uomo;
• Fase 2: un virus che sta circolando fra animali domestici o selvatici ha infettato persone venute a stretto contatto con animali infetti;
• Fase 3: un virus animale ha infettato un gruppo di persone, ma la trasmissione fra uomo ed uomo è assente o fortemente limitata;
• Fase 4: per un virus è possibile la trasmissione umana;
• Fase 5: per un virus è possibile la trasmissione umana e sono presenti gruppi di persone infette in almeno due stati appartenenti alla stessa regione OMS;
• Fase 6: per un virus è possibile la trasmissione umana e sono presenti gruppi di persone infette in almeno due regioni, oltre alla condizione della fase 5 .

mercoledì 3 marzo 2010

Trading Cmpanies e Countertrade

Trading Companies e Countertrade
di Roberto Maurizio

Trading Companies
Le Trading Companies sono imprese che si occupano esclusivamente della commercializzazione dei prodotti su un gran numero di mercati internazionali, in ciascuno dei quali possono acquistare o vendere a seconda delle caratteristiche ed esigenze dei mercati stessi.
Generalmente hanno una elevata conoscenza dei mercati, uffici di ricerca specializzati e una fitta rete di rapporti commerciali con più paesi. Forniscono spesso servizi accessori (post vendita), hanno generalmente buona capacità finanziaria e si occupano anche di countertrade.
Alcune trading companies fanno parte di gruppi molto complessi che includono anche aziende di produzione, di distribuzione e commercializzazione e di servizi finanziari.
Hanno elevate capacità negoziali, possono realizzare forti volumi di vendite ma proprio per questo possono spuntare condizioni economiche per loro particolarmente vantaggiose lasciando margini molto ridotti alle aziende che producono.


Countertrade
Il termine «countertrade» significa letteralmente «contro - commercio»: quindi, per traslato, «commercio in compensazione»: il vero senso di questa parola composta ce lo fornisce il prefisso «counter», nel senso di «complementare, corrispondente». Nel concetto di countertrade sono comprese tutte quelle pratiche contrattuali in cui le obbligazioni delle parti si risolvono in un reciproco flusso di beni e/o servizi, lasciando alla regolamentazione in denaro un ruolo eventuale e generalmente marginale. Con il termine countertrade nel commercio internazionale non si individua una determinata operazione commerciale bensì una modalità di scambio che si presenta con diversi tipi contrattuali. Esso consiste essenzialmente in una prestazione accessoria e parallela al classico scambio di merce contro prezzo, che può concretizzarsi ad esempio in servizi accessori di cui l´importatore si accolla l´onere. Il ricorso agli scambi in compensazione presenta indubbiamente vantaggi sia per l´esportatore che per il paese importatore. Permette all´esportatore di acquisire quote di marcato estero laddove la penetrazione dei propri prodotti è resa più difficile dalla mancanza di valute controvertibili e da condizioni politiche ed economiche a rischio, avendo così a disposizione uno strumento alternativo di finanziamento. All´importatore sarà invece possibile evitare esborsi in valuta, utilizzando in cambio prodotti di cui abbia facile disponibilità. Le modalità di scambio possono essere diverse a seconda degli obiettivi che il countertrade vuole raggiungere.


Le principali forme del Countertrade
Le forme più utilizzate sono le seguenti:
barter, che è il contratto con il quale l´esportatore riceve merci in cambio dei prodotti esportati;
counterpurchase, vale dire il contratto nel quale l´esportazione di prodotti viene regolata con pagamento in parte in valuta e in parte in beni; è caratterizzato dal fatto che vi sono due contratti o più: il contratto principale relativo all´esportazione della merce ed il contratto accessorio che prevede l´impegno dell´esportatore ad acquistare dei beni dall´importatore in pagamento della merce esportata;
buy-back, contratto utilizzato per forniture di impianti chiavi-in mano, dove il pagamento viene effettuato con la vendita di prodotti fabbricati dall´impianto stesso;
offset, con cui si identifica tradizionalmente un´operazione di compensazione industriale in cui lo stesso importatore partecipa alla realizzazione del prodotto attraverso la fornitura di materie prime, prodotti locali, manodopera;
switch trading o accordo di clearing, figura di countertrade particolare, caratterizzata dal fatto che i pagamenti delle merci scambiate non vengono effettuati in valute controvertibili, ma vengono registrati presso le rispettive banche centrali in un conto detto appunto conto di clearing.

giovedì 4 febbraio 2010

Esami di Stato 2009-2010

Esami di Stato a.s. 2009-2010
Prof. Roberto Maurizio

La sessione degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, per l'anno scolastico 2009/2010, avrà inizio martedì 22 giugno 2010 alle ore 8.30 con lo svolgimento della prova di Italiano, mercoledì 23 sempre alle ore 8.30 sarà eseguita la seconda prova scritta e lunedì 28 la terza prova scritta con orario stabilito dalle commissioni (O.M. 74 del 4-8-2009). Tutte le notizie si trovano nel sito della Pubblica Istruzione nella sezione Il tuo esame di Stato che raccoglie tra l'altro la normativa per l'esame di Stato.

INDIRIZZO: TD00 - GIURIDICO ECONOMICO AZIENDALE
TITOLO DI STUDIO: DIPLOMA DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO AD INDIRIZZO TECNICO
RAGIONIERE E PERITO COMMERCIALE
PRIMA PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO ESTERNO:
1) ITALIANO
MATERIA OGGETTO DELLA II PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO INTERNO:
2) ECONOMIA AZIENDALE
ALTRE MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI:
3) MATEMATICA
4) DIRITTO

Legislazione di supporto per le commissioni
D.M. 99 del 16 dicembre 2009: Criteri per l’attribuzione della lode nei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e tabelle di attribuzione del credito scolastico.
Conversione in Legge D.L. 134 -Novembre 09: Art.1-quinquies- Disposizioni esami preliminari.
O.M. 40 -Aprile 09: Istruzioni e modalità organizzative per lo svolgimento degli esami.
Legge 11 gennaio 07 n.1: Disposizioni in materia di esami di stato istruzione secondaria.
D.P.R. 23 luglio 1998, n. 323: Regolamento degli esami di Stato istruzione secondaria.
Legge 10 dicembre 97 n.425: Disposizioni per riforma esami Stato istruzione secondaria.
Diario d'Esame a.s. 2009-2010. La guida, passo per passo, al lavoro delle Commissioni.
L'elenco delle commissioni al completo nel nostro Istituto sarà disponibile appena pubblicato dal MIUR. Gli elenchi ufficiali dei commissari esterni verranno pubblicati nel motore di ricerca del MIUR.

Presentazione domanda e requisiti per la partecipazione e l’ammissione all’esame
Circolare N.85 del 15 ottobre 2009.
I candidati interni devono aver presentato la domanda di partecipazione agli esami di Stato entro il termine del 30 novembre 2009 alla segreteria della scuola. I candidati interni che cessino la frequenza delle lezioni, dopo il 31 gennaio 2010 e prima del 15 marzo 2010, e intendano partecipare agli esami di Stato, in qualità di candidati esterni, debbono presentare la domanda al Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale della regione di residenza entro il 20 marzo 2010. I candidati esterni, che intendono presentare domanda di ammissione all'Esame di Stato presso la provincia di Como, devono inoltrare la domanda, corredata da idonea documentazione, all'Ufficio Scolastico Provinciale di Roma, ufficio Esami di Stato entro il 30/11/2009.
Il termine di presentazione della domanda al proprio dirigente scolastico da parte degli alunni frequentanti la penultima classe per abbreviazione per merito è il 31 gennaio 2010. Il termine ultimo di presentazione ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali di eventuali domande tardive, limitatamente a casi di gravi e documentati motivi è il 31 gennaio 2010.
L’esame di tali istanze è rimesso alla valutazione esclusiva dei competenti Direttori Generali.
- Sono ammessi agli esami di Stato gli alunni dell’ultima classe che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi (art.6, comma 1, D.P.R. 22 giugno 2009,n.122). Appare, altresì, opportuno precisare che il voto di comportamento concorre alla determinazione dei crediti scolastici (articolo 4, comma 2, D.P.R. 22 giugno 2009,n.122 ).

Candidati esterni Art. 7 O.M. 40 dell’8-3-09, Art. 1 legge 1 dell’11-1-07 e D.L. 134-09
L'ammissione dei candidati esterni è subordinata al superamento di un esame preliminare (vedi Circolare ministeriale) inteso ad accertare, attraverso prove scritte, grafiche, scrittografiche, pratiche e orali, secondo quanto previsto dal piano di studi, la loro preparazione sulle materie dell'anno o degli anni per i quali non siano in possesso della promozione o dell'idoneità alla classe successiva, nonché su quelle previste dal piano di studi dell’ultimo anno. Il superamento dell’esame preliminare, anche in caso di mancato superamento dell’esame di Stato, vale come idoneità all’ultima classe. L’esame preliminare è sostenuto davanti al consiglio della classe dell’istituto, statale o paritario, collegata alla commissione alla quale il candidato è stato assegnato; il candidato è ammesso all’esame di Stato se consegue un punteggio minimo di sei decimi in ciascuna delle prove cui è sottoposto.
I candidati in possesso di altro titolo conseguito al termine di un corso di studi di istruzione secondaria superiore di durata almeno quadriennale, di cui all'art.3 comma 1, lettera d) e comma 2,lettera d) e quelli in possesso di promozione o idoneità all'ultima classe di altro corso di studio sostengono l'esame preliminare solo sulle materie e sulle parti di programma non coincidenti con quelle del corso già seguito, nonchè su quelle previste dal piano di studi dell’ultimo anno.

Criteri di ammissione in sede di scrutinio
Potranno sostenere l'esame gli studenti dell'ultimo anno che nello scrutinio finale abbiano riportato una valutazione positiva in tutte le discipline, ovvero gli alunni che conseguono la media del sei, e che abbiano comunque saldato, entro il 15 marzo dello stesso anno di riferimento, tutti i debiti formativi contratti negli anni scolastici precedenti.

Le prove scritte: istruzioni per l’uso
• Le prove scritte, la cui durata è indicata dal ministero in calce al foglio delle prove, si svolge in tre giorni diversi. Nei licei artistici ed istituti d'arte la seconda prova ¬ un progetto ¬ può svolgersi in più giorni, con il conseguente rinvio della terza prova.
• Attenti ai ritardi: essere puntuali all'appello è già una prova di "maturità". Se però la sveglia non dovesse suonare in tempo, i commissari sono autorizzati a telefonare a casa del dormiglione di turno per verificare i motivi dell'assenza. Infatti la commissione può ammettere i candidati alle prove suppletive, che si svolgono in genere due settimane dopo, solo in caso di assenza per malattia o per gravi motivi.
• In nessun caso, comunque, è permesso l'ingresso in aula dopo l'apertura delle buste e l'inizio della prova.
• Ricordate inoltre di portare con voi un documento d'identità valido.
• L'argomento della prova è stato di vostro gradimento e vi siete dilungati. Che fare?
• Non usate mai fogli che non siano quelli distribuiti dalla commissione, con il bollo della scuola e la sigla del presidente o di un suo delegato.
• Si possono chiedere fogli a volontà: l'importante è ricordarsi di restituirli tutti, usati o meno.
• Il plagio è punito dalla commissione con l'annullamento della prova. Evitate di consegnare un compito identico in tutto o in parte a quello di qualche altro candidato. Lo stesso succederebbe nel caso si fosse beccati a conversare al telefonino. Evitate anche questo.
• Non si tratta comunque di un lager: potrete uscire per soddisfare i vostri bisogni fisiologici, se riuscirete a resistere per le prime tre ore. Il candidato che lascia l'aula, uno solo per volta, deve depositare sul tavolo della commissione il proprio elaborato. L'orario d'uscita e di ritorno in aula sarà annotato da uno dei commissari.
• Anche nel caso che riteniate di aver completato la prova, non potrete allontanarvi prima del solito termine delle tre ore.
Un consiglio: rilassatevi e prendetevela comoda utilizzando tutto il tempo a vostra disposizione; date il tempo alle vostre idee di maturare con tranquillità e, se ne avete il tempo, concedetevi ogni oretta almeno cinque minuti di relax mentale; distraetevi ogni tanto pensando ad altro, respirate profondamente rilassando anche i muscoli del corpo. L'ossigeno affluirà meglio al cervello e la concentrazione dopo riprenderà con più intensità di prima

La prima prova scritta
La prima prova scritta è intesa ad accertare la padronanza della lingua italiana o della lingua nella quale si svolge l'insegnamento, nonché le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato, consentendo la libera espressione della personale creatività.
Il candidato deve realizzare, a propria scelta, uno dei seguenti tipi di elaborati proposti dal Ministero della pubblica istruzione:
a) analisi e commento, anche arricchito da note personali, di un testo letterario o non letterario, in prosa o in poesia, corredato da indicazioni che orientino nella comprensione, nella interpretazione di insieme del passo e nella sua contestualizzazione;
b) sviluppo di un argomento scelto dal candidato tra quelli proposti all'interno di grandi ambiti di riferimento storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico. L'argomento può essere svolto in una forma scelta dal candidato tra i modelli di scrittura del saggio breve e dell'articolo di giornale;
c) sviluppo di un argomento di carattere storico, coerente con i programmi svolti nell'ultimo anno di corso;
d) trattazione di un tema su un argomento di ordine generale, attinto al corrente dibattito culturale, per il quale possono essere fornite indicazioni di svolgimento.

La seconda prova scritta
La seconda prova, Economia aziendale, è, generalmente, composta da due parti: la prima descrittiva in cui il candidato deve trattare di un argomento specifico, la seconda contabile, di solito il bilancio d’esercizio di un’impresa industriale o di un’impresa bancaria. Dura 6 ore.

La terza prova scritta
La terza prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, a carattere pluridisciplinare, è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato, nonché le capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell'ultimo anno di corso, anche ai fini di una produzione scritta, grafica o pratica. La prova è costruita dalla commissione d'esame che può scegliere tra le seguenti tipologie:
A. trattazione sintetica di argomenti
B. quesiti a risposta singola
C. quesiti a risposta multipla
D. problemi a soluzione rapida

Il colloquio
Il colloquio è il vero momento pluridisciplinare dell'esame: riguarda tutte o gran parte delle materie dell'ultimo anno e rende l'esaminato parte attiva della discussione.
Il colloquio si svolge in tre fasi:
1. presentazione da parte del candidato del suo progetto o della sua ricerca impostata preferibilmente sotto forma di tesina o di mappa concettuale;
2. discussione su argomenti proposti dalla commissione;
3. discussione critica degli elaborati relativi alle prove scritte.
Il colloquio si pone dunque essenzialmente come prova aperta, tesa a mettere in evidenza le conoscenze e competenze dello studente, ma soprattutto le sue capacità di stabilire relazioni tra i diversi avvenimenti culturali e la metodologia acquisita nell'impostare una ricerca.
Nei giorni immediatamente precedenti al colloquio i candidati devono comunicare preventivamente l'argomento scelto e le linee guida del suo sviluppo.

Tempi e struttura del colloquio
Apertura
o Tempi: 15-20 minuti
o Oggetto: Il candidato discute con la commissione dell'argomento (mappa concettuale o tesina) proposto
o Struttura: La tecnica di presentazione è libera: può essere orale, scritta e orale, grafica, multimediale etc.
• Prosecuzione
o Tempi: 20-30 minuti
o Oggetto: La commissione propone domande pluridisciplinari o su una singola disciplina sul programma dell'ultimo anno
o Struttura: Le domande possono essere libere, orientate sugli argomenti della tesina, o pertinenti ad un testo o un documento proposto dalla commissione
• Conclusione
o Tempi: 10-15 minuti
o Oggetto: Discussione sugli elaborati delle prove scritte
o Struttura: Questa fase potrebbe anche seguire quella di apertura, ma in genere chiude il colloquio, come momento di distensione. La discussione delle prove scritte non può in alcun modo modificarne il risultato, ma può incidere positivamente sul colloquio.
• Votazione
o Tempi: 5-6 minuti
o Oggetto: A conclusione del colloquio la commissione si riunisce per stabilire la votazione
o Struttura: Il voto non viene reso subito noto ai candidati, ma alla fine di tutte le prove.

Esempi di mappe concettuali
La mappa concettuale costituisce sicuramente la spina dorsale del nuovo colloquio pluridisciplinare e serve ad evidenziare anche dal punto di vista grafico:
• le conoscenze e competenze acquisite dallo studente nelle diverse discipline
• la capacità di analisi dello studente nell'approfondimento critico dei singoli argomenti
• la capacità di sintesi nello strutturare gli argomenti in un percorso unitario
• la capacità di mettere in relazione gli argomenti e le problematiche studiate, attraverso collegamenti efficaci e credibili.
Una mappa concettuale ideata e organizzata correttamente permette, al momento del colloquio, un'esposizione chiara e precisa del percorso critico da parte del candidato e una comprensione semplice e immediata dei collegamenti pluridisciplinari da parte della commissione.

Ma che cos'è e come si organizza una mappa concettuale?
Nel volume Il nuovo esame di Stato. Come affrontare la prova orale, Pier Marco Sole e Paolo Varvaro spiegano in modo semplice ed efficace in cosa consiste, come è strutturata e come si elabora una mappa concettuale. Il testo fornisce, inoltre, numerosi esempi di argomenti trasversali elaborati in base alle materie di studio dei diversi indirizzi scolastici e di mappe già organizzate in una dimensione pluridisciplinare. Dalla mappa concettuale scaturisce poi quella che viene definita comunemente la "tesina", che costituisce l'approfondimento delle tematiche indicate nella mappa e che può essere scritta per esteso in tutte le sue parti, sviluppata per iscritto solamente nelle linee generali, organizzata su supporto multimediale. Questo lavoro di progettazione e definizione degli obiettivi va preparato dagli studenti durante buona parte dell'anno, sotto la guida degli insegnanti. La tesina va consegnata alla commissione esaminatrice nei giorni precedenti al colloquio, entro il termine che sarà indicato dalla commissione stessa.
Tratto dal sito http://www.guidamaturita.it/avvisi/index.htm

Credito scolastico candidati interni
In sede di scrutinio finale si procederà all'assegnazione dei voti (utilizzando l'intera gamma decimale) e sarà calcolato il credito scolastico secondo la tabella che segue.
L'assegnazione del credito scolastico si avvia nei due anni precedenti all'ultimo.
Tabella A (D.M.99/09 e D.M 42/07 articolo 1, comma 2)

NOTA - la media si riferisce ai voti conseguiti in sede di scrutinio finale di ciascun anno scolastico. Al fini dell'ammissione alla classe successiva e dell'ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, nessun voto può essere inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente. Sempre ai fini dell'ammissione alla classe successiva e dell'ammissione all'esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione, il voto di comportamento non può essere inferiore a sei decimi. Il voto di comportamento, concorre, nello stesso modo dei voti relativi a ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente, alla determinazione della media dei voti conseguiti in sede di scrutinio finale di ciascun anno scolastico. Il credito scolastico, da attribuire nell'ambito delle bande di oscillazione indicate dalla tabella, va espresso in numero intero e deve tenere in considerazione, oltre la media dei voti, anche l'assiduità della frequenza scolastica, l'interesse e l'impegno nella partecipazione al dialogo educativo e alle attività complementari ed integrative ed eventuali crediti formativi. Il riconoscimento di eventuali crediti formativi non può in alcun modo comportare il cambiamento della banda di oscillazione corrispondente alla mediadei voti.
Per la terza classe degli istituti professionali la media èrappresentata dal voto conseguito agli esami di qualifica, espresso in decimi (ad esempio al voto di esami di qualifica di 65/centesimi corrisponde la media di 6,5).
Al termine dello scrutinio finale si procede anche alla compilazione delle schede personali di ogni studente, dove vengono indicati il percorso formativo seguito, le mete raggiunte, i risultati, il credito assegnato e le relative motivazioni.
Ogni studente potrà, al termine dello scrutinio, conoscere il punteggio relativo al proprio credito scolastico, che dovrà essere inoltre reso pubblico da ogni scuola.

Credito scolastico candidati esterni
Tabella B -Esami idoneità -(D.M.99/09)
NOTA - la media si riferisce ai voti conseguiti agli esami di idoneità (nessun voto può essere inferiore a sei decimi). Il punteggio, da attribuire nell'ambito delle bande di oscillazione indicate nella presente tabella, va moltiplicato per 2 in caso di esami di idoneità relativi a 2 anni di corso in un unica sessione. Esso va espresso in numero intero. Per quanto concerne l'ultimo anno il punteggio è attribuito nella misura ottenuta per il penultimo anno.

Tabella C - prove preliminari - (D.M.99/09)
media voti prove preliminari Credito scolastico
6 punti 3
6,1-7 punti 4-5
7,1-8 punti 5-6
8,1-9 punti 6-7
9,1-10 punti 7-8

NOTA - la media si riferisce ai voti conseguiti nelle prove preliminari. Il punteggio, da attribuire nell'ambito delle bande di oscillazione indicate nella presente tabella, va moltiplicato per 2 o per 3 in caso di prove preliminari relative, rispettivamente, a 2 o a 3 anni di corso. Esso va espresso in numero intero.

La valutazione
La valutazione finale è data dalla somma dei punteggi che ciascun candidato ha riportato nel credito scolastico, nelle tre prove scritte e nel colloquio.
Il punteggio è in centesimi. La soglia di sufficienza è di 60 punti.
Il punteggio è così articolato:
un massimo di 25 punti per il credito scolastico
un massimo di 45 punti per le tre prove scritte
un massimo di 30 punti per la prova orale
La commissione dispone fino a 5 punti di "bonus" per premiare esami particolarmente brillanti purchè il candidato abbia almeno 15 punti di credito e 70 punti nelle prove d'esame. E' consentita l'attribuzione della lode ai candidati che all'esame finale avranno conseguito il punteggio massimo di 100 punti senza fruire del bonus integrativo dei 5 punti.
Gli studenti che hanno raggiunto risultati di eccellenza (100 e lode) saranno inseriti nell'Albo nazionale, che sarà pubblicato sul sito del Ministero per essere utilizzato dalle università, dalle istituzioni di Alta cultura, dalle comunità scientifiche ed accademiche e dalle imprese interessate. Nell'Albo saranno inclusi anche gli studenti vincitori di competizioni scolastiche di livello particolarmente elevato quali le Olimpiadi nelle varie discipline scolastiche, concorsi in lingua latina (certamina) e competizioni nazionali. Agli studenti che conseguono 100 e lode agli esami di Stato verranno inoltre assegnati buoni da utilizzare per l'acquisto di libri e altri sussidi scolastici, testi universitari e riviste scientifiche.